Presso la Comunità di Villaregia di Nola, il 22 febbraio scorso abbiamo condiviso, con le altre diocesi della Campania, un bellissimo momento formativo. Dopo la preghiera iniziale, organizzata e animata dai membri dalla Comunità di Villareggia e l’introduzione dei lavori da parte del Vescovo delegato, Mons. Michele Autuoro, prende la parola Padre Fedele Mattera, assistente spirituale regionale dell OFM. Ovviamente non ha il tempo materiale per spiegare tutta la Laudato sì, in occasione dei 10 anni dalla sua pubblicazione, ma, essendo un frate minore, ha maggiormente apprezzato e approfondito la tematica, e quindi ha riconosciuto che questa enciclica è stata effettivamente una grande riscoperta della sua missione e vocazione in qualità di Francescano, celebrandosi anche gli 800 anni del Cantico delle Creature. Il Papa fa appello alla carica carismatica dei francescani, ma non sempre tutti l’hanno apprezzata. Nell’enciclica scrive che “il creato è la carezza di Dio” che è un’espressione usata, che se ci rendiamo conto ci dà una sorta di carnalità, per noi che siamo meridionali, perché ci fa capire come la natura ci possa accarezzare e quindi ci fa entrare ancora di più in empatia con essa.
Poi mostra una cosa molto bella fa vedere: una conchiglia molto grande che si chiama tofa; come ischitano, lui ama il mare e quindi la conchiglia esprime il suono che dà il senso di casa; infatti i marinai la suonavano all’arrivo, soffiando all’interno, emettendo un suono molto profondo.
Poi la conchiglia dà senso anche al mollusco che c’è dentro, che praticamente è come se cercasse sicurezza e infatti ribadisce che questo oggetto dà un significato di “casa”.
In particolare, ha trovato la tofa sotto il faro di Finisterre, in Spagna, quando è andato con il fratello a fare il “cammino di Santiago di Compostela”, che gli ha dato una grande carica, perché in quel momento cercavano una sorta di” dimora”, in quanto era venuta a mancare la loro mamma. E quel cammino fu provvidenziale, proprio perché fatto in comunione con altre persone, ognuno cercava una sorta di propria casa, di proprie radici, camminando insieme.
Soprattutto lui vede nella “Laudato Sì” proprio questa casa comune che è la grande Madre Terra.
La LS è una luce che illumina i poveri. Infatti la parola clima è presente 14 volte nell’enciclica, mentre la parola povero è scritta 59 volte, quindi è un’enciclica rivolta all’attenzione dei poveri, che subiscono sempre le conseguenze dei danni contro la natura. Se dovesse dare un colore alla Laudato Sì è come se fosse una visione di mille colori, come la natura.
Poi ha illustrato i sei capitoli dell’enciclica attraverso delle parole-chiave:
la prima è poveri e infatti in LS 49 “Ma oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri”. Bisogna mettersi in ascolto di un progetto: il grido della terra e quello del povero. E lui cita anche la Rerum Novarum, prima enciclica caposaldo della dottrina sociale della Chiesa, di Leone XIII, un papa attento alle situazioni di fragilità nell’Italia post-unitaria; poi anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica si rivolge all’attenzione dei poveri; e poi anche l’esortazione Querida Amazonia, in cui si parla di Madre Terra oppressa e devastata.
la seconda parola è connessione; poi cultura dello scarto; giustizia climatica; spiritualità ecologica sono tutte parole-chiave.
Nell’ottica francescana, ricordando che San Francesco obbedì a Gesù che gli ordinò: “Vai e ripara la mia casa”, così anche il pianeta Terra come casa va riparato e curato. E quindi il Cantico delle creature è meraviglioso ed è la prima fonte di una lode cosmica, per cui ogni elemento (aria, acqua, fuoco, terra) va valorizzato.
Un breve cenno alla Laudate Deum, scritta sempre da Papa Francesco, otto anni dopo nel 2023, sulla crisi climatica, per vedere come era stata accolta e attuata la precedente enciclica, che era stata pubblicata nel 2015 prima della COP 21, cioè la ventunesima riunione della Conferenza delle parti della Convenzione sui cambiamenti climatici, tenutasi a Parigi nel dicembre 2015, a cui parteciparono 195 stati insieme a molte organizzazioni internazionali. Invece la LD era a ridosso della COP 28, svoltasi a novembre del 2023.
Alcuni importanti passi della LD:
“47. La COP21 di Parigi (2015) è stata un altro momento significativo, perché ha prodotto un accordo che ha coinvolto tutti. Può essere visto come un nuovo inizio, dato il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati nella fase precedente. L’Accordo è entrato in vigore il 4 novembre 2016. Pur essendo vincolante, non tutti i requisiti sono obblighi in senso stretto e alcuni di essi lasciano spazio a un’ampia discrezionalità. Del resto, anche per gli obblighi non rispettati, non prevede sanzioni vere e proprie e non ci sono strumenti efficaci per garantirne l’osservanza. Prevede inoltre forme di flessibilità per i Paesi in via di sviluppo.
48. L’Accordo di Parigi presenta un importante obiettivo a lungo termine: mantenere l’aumento delle temperature medie globali al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, puntando comunque a scendere sotto gli 1,5 gradi. Si sta ancora lavorando per consolidare procedure concrete di monitoraggio e fornire criteri generali per confrontare gli obiettivi dei diversi Paesi. Ciò rende difficile una valutazione più obiettiva (quantitativa) dei risultati effettivi.
49. Dopo alcune Conferenze con scarsi risultati e la delusione della COP25 di Madrid (2019), si sperava che questa inerzia sarebbe stata invertita nella COP26 di Glasgow (2021). In sostanza, il risultato è stato quello di rilanciare l’Accordo di Parigi, che era stato messo in discussione dai vincoli e dagli effetti della pandemia. In più, vi è stata un’abbondanza di “esortazioni”, da cui era difficile attendersi un impatto reale. Le proposte volte a garantire una transizione rapida ed efficace verso forme di energia alternativa e meno inquinante non sono riuscite a fare progressi.
50. La COP27 di Sharm el-Sheikh (2022) è stata minacciata fin dall’inizio dalla situazione creata dall’invasione dell’Ucraina, che ha causato una grave crisi economica ed energetica. L’uso del carbone è aumentato e tutti hanno voluto assicurarsene l’approvvigionamento. I Paesi in via di sviluppo hanno considerato l’accesso all’energia e le opportunità di sviluppo come una priorità urgente. È stato chiaramente riconosciuto che in realtà i combustibili fossili forniscono ancora l’80% dell’energia mondiale e che il loro utilizzo continua ad aumentare.
5. Cosa ci si aspetta dalla COP28 di Dubai?
53. Gli Emirati Arabi Uniti ospiteranno la prossima Conferenza delle Parti (COP28). È un Paese del Golfo Persico che si caratterizza come grande esportatore di energia fossile, anche se ha investito molto nelle energie rinnovabili. Nel frattempo, le compagnie petrolifere e del gas ambiscono lì a nuovi progetti per espandere ulteriormente la produzione. Dire che non bisogna aspettarsi nulla sarebbe autolesionistico, perché significherebbe esporre tutta l’umanità, specialmente i più poveri, ai peggiori impatti del cambiamento climatico.”
Il Papa auspica sempre la speranza di un cambiamento, soprattutto per le nuove generazioni, e un cammino unitario di comunione, tra fratelli e sorelle, che abbiano a cuore il Creato.
Il gruppo di lavoro pomeridiano, dopo un pranzo al sacco all’aria aperta nel giardino della comunità, ha concluso la giornata.